IL BASTONE E LA CAROTA DI UN GOVERNO DI TECNICI DI DESTRA
Qualche giorno fa il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, Francesco Profumo, ha utilizzato la metafora del bastone e della carota per spiegare come vede lui la necessità di coniugare rigore e apertura, merito e semplificazione burocratica: “Credo veramente che il Paese dobbiamo un po’ allenarlo, dobbiamo usare un po’ di bastone e un po’ di carota, qualche volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po’ meno la carota, altre volte viceversa ma non troppa carota”. E’ un linguaggio indubbiamente violento, pieno di quell’impostazione politica cara ai gruppi della destra storica ed alle dottrine oligarchiche che vogliono il Popolo (bue) addomesticato, sottomesso ad un’elìte di personalità dotate di non si sa bene quali superiori virtù. La durezza della “sparata” del Ministro ci ricorda da vicino quella di Francesco Cossiga, ugualmente sprovvisto di elementi democratici tali da permettergli di esprimersi in termini liberali, che poco prima di morire così suggeriva utili modalità di gestione delle libere contestazioni di Piazza: “Serve una vittima e poi si potranno usare le maniere forti. un’efficace politica dell’ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti”.[1]
Il modus operandi del “bastone è della carota [‘ma non troppa carota’]” è però anche quello preferito dal fintamente pacato Mario Monti, che abbassa l’IRPEF (la carota) ed alza l’IVA (il bastone), riprendendosi con la destra (e doppiamente!) ciò che con la sinistra ha dato in elemosina: il risultato finale è tra l’altro devastante, andando ulteriormente a deprimere i consumi.
Ed è indubbiamente il metodo preferito da questa Polizia di Stato, il cui papà di tutti i bastoni, Gianni De Gennaro, ha fatto carriera tra una mazzata e l’altra, e che tra le sue poliziotte ed i suoi poliziotti mena vanto di avere – visto che se li tiene – gentaccia che undici anni dopo l’ “uno a zero per noi” di Genova 2001 continua a rivolgersi a noialtri al casereccio grido fascistoide di “non sono tenuta a dar conto a lei. Io sono un funzionario di polizia e lei non è nessuno”.
E’ bene dunque sgombrare definitivamente il campo da un equivoco costituente: questo di Monti non è un Governo tecnico! Governare tecnicamente è pura finzione, perchè la Politica non è una procedura: non è avvitare una lampadina nè stuccare una parete. Si può invece ben dire che siamo di fronte ad un Governo di tecnici di destra che prende decisioni politiche di destra, con l’avallo della fiducia di un arco parlamentare trasversale. Teniamo conto anche di questo quando torneremo a votare: altro che Primarie!
Francesco Fumarola, 14 Ottobre 2012
[²] http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=17893&idSezioneRif=26