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NON ABBIAMO BISOGNO DI UNA GUERRA TRA POVERI. I SOLDI CI SONO. UNIAMOCI IN UNA LOTTA COMUNE CONTRO LE POLITICHE DI AUSTERITA’

E’ completamente falso

 che per uscire dalla crisi bisogna fare sacrifici perché le risorse sono scarse

 che il problema è il debito pubblico perché abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità

Facendo passare questi messaggi hanno giustificato la riforma delle pensioni, il taglio del welfare, il mancato rinnovo dei contratti pubblici, la privatizzazione di tutto ciò che è pubblico e ha valore, l’impossibilità di rilanciare l’occupazione e di istituire un reddito minimo per i disoccupati. E poi hanno svenduto i diritti dei lavoratori, attaccato la sanità, ridotto in condizioni di povertà milioni di persone.

La crisi è dovuta alla sovrapproduzione di merci e all’ingiustizia sociale. La capacità di produrre le merci è cresciuta in modo enormemente superiore a quella di consumarle. Da un lato, l’aumento della produttività delle macchine continua a sfornare merci in quantità sempre più grande, affollando i mercati, dall’altra, l’ingiusta distribuzione della ricchezza ha portato la maggior parte della popolazione a non avere reddito sufficiente per acquistare tutti i beni presenti sul mercato. In Europa il 20% più ricco della popolazione possiede il 61,6% della ricchezza totale, mentre il 20% più povero non ne possiede che lo 0,4% e, in Italia, stiamo anche peggio.

Tutto il potere è in mano alla finanza

In sostanza, all’economia reale si è sostituita l’economia fittizia, quella della finanza, che produce denaro e non merci o servizi. Tra il 2008 e il 2013, gli Stati nazionali, in Europa, hanno messo a disposizione della ricapitalizzazione delle banche qualcosa come 4500 miliardi. Una cifra spaventosa. Questo è il motivo principale dell’espansione del debito pubblico, altro che la spesa per il welfare. Quello stesso debito che costringe lo Stato italiano a pagare alla speculazione finanziaria circa 70 miliardi all’anno di interessi, quando se fosse possibile pagare lo stesso tasso interesse che le banche private pagano alla BCE, potremmo avere un costo molto vicino allo zero.

RIFONDAZIONE COMUNISTA PROPONE

 di recuperare 70 miliardi togliendoli alla speculazione finanziaria

 di introdurre una patrimoniale del 5% sui ricchissimi, che possiedono un terzo della ricchezza nazionale

 di ripristinare la progressività delle aliquote IRPEF

 di combattere l’evasione fiscale e tagliare le spese militari e le grandi opere. Ci sarebbero così le risorse per abrogare la riforma delle pensioni

 creare maggiore occupazione, anche attraverso la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro

 istituire il reddito minimo

 rilanciare lo stato sociale, garantendo i diritti primari a ognuno: casa, istruzione, sanità, servizi pubblici

 sostenere decorose politiche per l’accoglienza.

ISCRIVITI A RIFONDAZIONE COMUNISTA. POSSIAMO FARLO INSIEME

Circolo di Torpignattara, Via B.Bordoni 50 www.coseperunaltromondo.it

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