Si è tenuto ieri [9 Giugno 2012, nda], alla Casa del Popolo di Torpignattara, il primo incontro conoscitivo sull’Endometriosi, una malattia invalidante che in Italia e nel mondo ha già colpito il 10-17% delle donne in età fertile e di cui, fino al 1999, nulla si sapeva. L’Endometriosi, come ci hanno spiegato le responsabili per Roma ed il Lazio dell’AIE, Associazione Italiana Endometriosi, è la proliferazione e la crescita del tessuto che fisiologicamente riveste l’utero al di fuori di esso, ossia in sedi anomale quali “ovaie, tube, utero (se tessuto endometriosico si addentra nello spessore della parete muscolare dell’utero si parla più propriamente di adenomiosi), legamenti utero-sacrali, cavo del Douglas, vescica, retto, ureteri, reni, setto retto-vaginale, genitali esterni; può trovarsi anche a livello di ombelico, arti, polmoni e in qualunque organo del corpo; è possibile una localizzazione a livello di cicatrici di interventi chirurgici precedenti”. [¹]

Un caso su quattro è asintomatico, mentre per l’80% i sintomi dell’endometriosi posso essere simili a: “dolore pelvico cronico, dolore durante e dopo le mestruazioni (dismenorrea). dolore periovulatorio (a metà ciclo), dolore durante e dopo i rapporti sessuali (dispareunia), dolore alla defecazione soprattutto in corrispondenza del ciclo, dolore alla minzione soprattutto in corrispondenza del ciclo, dolore nella regione lombare e/o lungo l’arto inferiore, cefalea, sangue nelle feci (proctorragia), sangue nelle urine (ematuria), diarrea e/o stitichezza, gonfiore addominale, affaticamento cronico, febbricola, spotting intermestruali, scarsa resistenza alle infezioni, allergie diffuse e problemi correlati, disordini autoimmunitari, dborti spontanei ripetuti, infertilità/sterilità nel 30-40% dei casi”.

Una diagnosi certa può essere fatta soltanto a seguito di una laparoscopia, moderna tecnica chirurgica che permette ad una sonda munita di telecamera di scandagliare dall’interno il nostro corpo. In passato, in assenza di laparoscopia, non erano rari i casi in cui la donna affetta da questa patologia venisse data per disturbata mentalmente, se non proprio pazza.

La scienza moderna non ha ancora individuato i motivi per cui alcune donne contraggono l’endometriosi ed altre no (probabilmente alla base vi sono fattori genetici) né una cura definitiva. Esistono però delle buone terapie di contrasto: dalla cura del dolore (l’ipnosi è tra queste) a quella ormonale (la pillola anticoncezionale, utilizzata per lunghi periodi, mette a riposo l’apparato riproduttivo femminile abbattendo l’insorgenza del fenomeno) fino all’intervento chirurgico vero e proprio (laparoscopia, laparotomia: con asportazione del materiale estraneo).

E’ necessario però che anche Parlamento e Governo, per la verità più inclini a favorire il profitto delle cliniche ed i tagli pubblici alla sanità, si attivino contro questa malattia. A questo proposito, già nel 2005 l’Associazione propose alcuni suggerimenti da inserire in un disegno di legge parlamentare, quali l’abbattimento dei ticket sanitari per chi fosse colpito da endometriosi, la possibilità per il richiedente di accedere alla pensione di invalidità civile ed il diritto ad iscriversi nelle categorie protette finalizzate all’assunzione lavorativa. Per ora nulla di tutto ciò è stato fatto dai nostri governanti e questa condotta omissiva rappresenta l’ennesima vergogna del nostro Paese, che però vorrebbe ancora continuare a definirsi civile.

Ringraziamo vivamente le responsabili romane e regionali dell’Associazione Italiana Endometriosi [2], a cui è comunque sempre possibile rivolgersi per qualunque tipo di consulenza e consiglio chiamando l’800031977, così come le numerose persone intervenute (per la gran parte donne immigrate e desiderose di conoscere, ma nessun loro partner.  Italiane ed i taliani, pochi. Come mai?).

La bontà dell’iniziativa ci sprona a voler continuare anche su questo versante, costruendo in futuro nuove occasioni di conoscenza di questo tipo. La nostra salute vale più dei loro profitti!

Francesco Fumarola, per CdP Torpignattara

[1] Tutti i dati sono presi dalla pagina ufficiale dell’Associazione Italiana Endometriosi, al link http://www.endoassoc.it/LAMALATTIA/Datiestatistiche.aspx

[2] http://www.endoassoc.it/HOME.aspx

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