Argentina: 1973-2013
(A 40 AÑOS DE UNA JORNADA MARAVILLOSA)
40 anni fa, un importante tentativo di trasformare il paese, in senso socialista, seguì alle elezione di Hector Campora alla presidenza del paese, Candidato del movimento peronista e rappresentante della sinistra, ottenne l’appoggio di vaste fasce della popolazione, in particolare dei giovani, e aprì una stagione di immensa partecipazione e conflitto sociale. Il mondo allora stimolava “gli assalti al cielo”, dopo la cacciata dei marines dal territorio vietnamita anche l’America Latina fu laboratorio di importanti esperienze sociali. Il Cile di Salvatore Allende è stata la più avanzata, ma quella argentina senz’altro la più concentrata.
In solo 48 giorni, tale è stata la durata del governo Campora, le masse imposero conquiste importanti: la immediata liberazione delle migliaia di prigionieri politici delle dittature precedenti, la ripresa dei rapporti con Cuba e i paesi socialisti, il controllo statale del commercio estero e interno, il controllo operaio delle aziende che boicottavano il governo popolare. Progressi importanti furono fatti nel campo artistico, culturale, scientifico e formativo. Le scuole e le università furono aperte a tutta la popolazione, anche ai ceti meno abbienti.
Peron, già a pochi anni dalla sua scomparsa, sostituì Campora e avviò una svolta a destra che progressivamente preparò le condizioni per il golpe civico-militare del 1976. L’ultimo tentativo di resistenza fu lo sciopero dei metalmeccanici della siderurgica Acindar, in Villa Constituciòn (250 km a nord di Buenos Aires). Uno sciopero prolungato durante 60 giorni, condotto da un gruppo dirigente costruito nella lotta giacché quello legittimo fu incarcerato o ucciso preventivamente, e che contai con sostegno della totalità dei circa 40.000 lavoratori. La lotta fu sconfitta, gli operai, stremati, dovettero tornare alla fabbrica e delegati e dirigenti entrarono in clandestinità per evitare di essere uccisi.
Il vertice militare, nel timore che la destra peronista non fosse più in grado di contenere la forza indomita della classe operaia, decise di prendere in mano le redini del potere, scatenando la più feroce repressione che ha colpito il paese in tutta la sua storia. 30.000 scomparsi, migliaia di profughi sparsi per il mondo, centinaia di bambini sequestrati a mamme morte in prigione e spartiti tra la cricca dei golpisti. In questo anniversario ricordiamo con affetto ed emozione tutte le vittime della dittatura e i principali protagonisti di quelle meravigliose giornate.
Per un paese più giusto, più libero, sovrano e socialista.
Omaggio a coloro che hanno dato la propria vita, la propria libertà per realizzarlo!
Ecuador:
Correa apre la nuova legislatura
Forte di un grande consenso popolare il compagno presidente Rafael Correa si appresta a rilanciare la “Rivoluzione Cittadina”, approfondire il carattere rivoluzionario e internazionalista. Gli anni precedenti hanno significato la messa in piedi di un paese che la destra e la oligarchia avevano ridotto a servo degli interessi delle multinazionali e degli organi finanziari internazionali. L’investigazione sul debito, il rifiuto del cosiddetto “debito ingiusto” hanno dato visibilità a questo piccolo paese nel mondo, trasformandolo per i principali analisti economici, l’esempio da seguire per quei paesi che vogliono uscire dal tunnel delle dipendenze delle politiche liberiste.
Correa, insieme a Morales, Cuba, Venezuela ed altri pensano di rafforzare i legami economici e sociali costruiti durante gli ultimi anni: Alba, Unasur, Celac, Banco del Sur, Telesur. Dare continuità al processo di integrazione latinoamericana e stimolare la partecipazione popolare costituisce l’unico modo di superare l’handicap della prematura scomparsa di Hugo Chavez alla guida del Venezuela e di resistere ai tentativi nordamericani di controllare “l’america ribelle”. Il neoeletto presidente ecuadoriano lancia la sfida: “L’America Latina non sarà mai più il cortile da dietro di nessuno”.