BiancaIl tuo sorriso sovrastava qualsiasi tua parola
si che ogni parola ci portasse il bene più profondo,
innanzitutto la solidarietà. Grazie Bianca.Fabio Sebastiani
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biancabraccitorsi
Ci ha appena lasciati Bianca Bracci Torsi. Ci lascia con la sua gioia di vivere, con la sua passione politica, con la sua prorompente umanità: Bianca è riuscita a rimanere tutta la vita – anche nella militanza più dura – una ragazza irriverente e libera, fino in fondo libera. In quest’ora di dolore piangiamo e abbracciamo i suoi cari, a partire dall’amato figlio Marco, ma vogliamo sorridere per il dono che ci è stato dato nell’averla conosciuta, nell’averla frequentata, nell’averla avuta come compagna di discussioni. Bianca era una rivoluzionaria e a pugno chiuso la salutiamo. Ciao Bianca, grazie di esserci stata e di aver condiviso il tuo tempo e la tua passione con noi, nella buona come nella cattiva sorte. Noi continueremo la lotta, anche per te.Paolo Ferrero
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bianca bracci torsi prcBianca Bracci Torsi è stata una auto­re­vo­lis­sima diri­gente comu­ni­sta e una mae­stra di vita per coe­renza, pas­sione, finis­sima curio­sità intel­let­tuale, amore per la for­ma­zione cul­tu­rale di ragazze e ragazzi. Resi­stenza anti­fa­sci­sta e Costi­tu­zione erano i suoi para­digmi fon­da­tivi, sem­pre pro­iet­tati nella mate­ria­lità della lotta ope­raia e popo­lare. Ha curato il par­tito come comu­nità e come «intel­let­tuale col­let­tivo». Non ho mai cono­sciuto un diri­gente «sto­rico» comu­ni­sta così attento alla con­di­zione delle dete­nute e dei dete­nuti, dei migranti, delle per­sone e dei viventi tutti. Sem­pre in lotta con­tro la repres­sione e l’autoritarismo. Le dicevo, scher­zando, che era la comu­ni­sta orto­dossa più ere­tica che avessi mai cono­sciuto. La ricordo con infi­nita gra­ti­tu­dine e dol­cezza. Gio­vanni Russo Spena

«Ora che anche tra noi va dila­gando il proi­bi­zio­ni­smo, per fumare sono costretta a uscire all’aperto, per­fino quando fa così freddo. Ed è per­ciò che sof­fro di bron­chite. Prima non sapevo cosa fosse, cre­dimi!». Così mi diceva Bianca, e con una certa iro­nia, un giorno d’inverno mentr’era in corso non ricordo più quale riu­nione o assem­blea. E io, taba­gi­sta acca­nita quanto lei, assen­tivo viva­mente, la siga­retta fra le dita intor­pi­dite dal gelo.

Ora che non c’è più, la imma­gino, Bianca, in qual­che dimen­sione ignota ove è sem­pre tie­pida pri­ma­vera, a fumare con sod­di­sfa­zione, ancor più appa­gata per la pre­senza, intorno a lei, di gatti e cani e altre crea­ture.
Sì, per­ché Bianca Bracci Torsi, intel­let­tuale, gior­na­li­sta, ex par­ti­giana e comu­ni­sta in appa­renza tutta di un pezzo, era anche ani­ma­li­sta, per­fino anti­spe­ci­sta, si potrebbe dire, anche se lei non usava que­sto voca­bolo.
Era, Bianca, un felice ossi­moro vivente: orto­dossa ed ere­tica, fedele al par­tito e irri­ve­rente, con­ser­va­trice quanto all’ideologia e aperta a ogni novità nega­trice dello sta­tus quo, mili­tante di ferro e per­sona pro­fon­da­mente tenera.
La chiave per com­pren­dere il para­dosso appa­rente della sua per­so­na­lità, mi sem­bra, è pro­prio la tene­rezza coniu­gata con la gene­ro­sità. Che si asso­ciava, a sua volta, con la gioia di vivere, il senso radi­cale della libertà, la com-passione verso le oppresse e gli oppressi, non da ultimi i non-umani.
A ottan­ta­tre anni, Bianca Bracci Torsi ci ha lasciati, umani e non-umani, la sera di dome­nica 14 dicem­bre. Toscana per ori­gine, romana per ado­zione annosa, da ado­le­scente era stata staf­fetta par­ti­giana. Diri­gente dell’Anpi, pra­ti­cava, come impe­gno fon­da­men­tale della sua vita, un anti­fa­sci­smo non ossi­fi­cato, capace di com­pren­dere le meta­mor­fosi del fasci­smo fino alle più attuali. Era stata co-fondatrice del Par­tito della Rifon­da­zione comu­ni­sta, in cui fino alla fine aveva svolto ruoli diri­genti. Da ultimo si era impe­gnata atti­va­mente anche in favore dell’«Altra Europa con Tsi­pras». Anna Maria Rivera

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