Per l’Ambiente e la Democrazia Economica

Con questa lettera vogliamo rivolgerci a tutte le associazioni e i movimenti ambientalisti e in particolare ai Fridays for Future e ad Extinction Rebellion, con cui vorremo instaurare un proficuo dialogo, perchè sono la voce e la forza delle nuove generazioni impegnate nella lotta alla crisi climatica e ambientale.

L’articolo (1) a firma ER apparso sul Fatto Quotidiano del 18 agosto 2022 e la pubblicazione dell’Agenda climatica dei Fridays for Future (2) del 25 agosto 2022, ci offrono l’opportunità di presentarvi alcune nostre proposte sulle scottanti questioni ambientali e sociali che interessano il contesto italiano e internazionale. Tali proposte sono state in gran parte recepite nel Programma dell’Unione Popolare (3).

Nel modello economico attualmente dominante la natura viene vista e trattata come un inesauribile serbatoio di risorse da trasformare in merci. In maniera simile, l’essere umano si trasforma da soggetto a impersonale ingranaggio di un meccanismo, che ha come scopo principale l’accumulazione di giganteschi capitali. Il Capitalismo è il nemico principale dell’ambiente e dell’essere umano, perchè persegue il mito di una crescita e di uno sfruttamento infiniti in un pianeta finito.

La consapevolezza del rapporto inestricabile tra questione ambientale e questione sociale ci ha portato, come singoli attivisti ambientali e come UNIONE POPOLARE, a impegnarci in maniera attiva, dal basso, per unire le lotte ambientali con quelle del lavoro: siamo presenti nelle lotte TAV, TAP, contro il rigassificatore di Piombino e Gioia Tauro, seguiamo le questioni della ristrutturazione dell’impianto petrolchimico di Porto Marghera, i tentativi di riconversione ecologica della centrale a carbone di Civitavecchia, dello stabilimento ex ILVA di Taranto, le cave Apuane e molte altre vicende in cui il conflitto tra accumulazione di capitale da una parte, e natura ed essere umano dall’altra, emerge in tutta la sua devastante tragicitá.

Dal 2019 abbiamo aderito a tutti gli scioperi per il clima, iniziative chiave per diffondere consapevolezza sulla questione climatica.

La nostra critica è rivolta all’attuale sistema politico economico che ripropone il modello di sfruttamento capitalista con elementi ecologisti soprattutto di facciata (“greenwashing”) e, in senso costruttivo, esprimiamo proposte concrete rispetto alla questione energetica, alla biodiversità, trasporti, agroecologia, economia circolare, gestione del ciclo dei rifiuti, urbanistica e tanto altro ancora.

In merito suggeriamo la lettura di un approfondimento realizzato dal Tavolo Ambientale Nazionale di PaP sul destino dei cospicui fondi previsti dal PNRR (4).

La fine dell’era dell’energia fossile é una necessitá impellente per l’umanitá intera e per molte forme di vita sul pianeta. La guerra in Ucraina invece ha portato con sé il rilancio dell’energia fossile. La riapertura di centrali a carbone e la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento di gas sono fatti gravi e pericolosi, ma già prima della guerra non avevamo affatto imboccato la strada giusta per affrontare adeguatamente la crisi climatica. Durante la COP26 di Glasgow avremmo voluto assistere alla presa di responsabilità degli Stati, soprattutto quelli con maggiori responsabilità storiche, con la sottoscrizione di impegni concreti per ridurre in modo massiccio l’uso di fonti fossili da qui al 2030. L’analisi degli impegni concreti dei governi mondiali, invece, certifica un aumento dell’utilizzo del fossile almeno fino al 2040.

Quindi, che fare?

UNIONE POPOLARE propone di nazionalizzare il settore energetico e di democratizzare la produzione attraverso un potenziamento delle comunità energetiche per l’autoproduzione e l’autoconsumo, il potenziamento della rete elettrica e l’ampliamento di potenza installata di fotovoltaico ed eolico per circa 10GWatt/anno.

Un passaggio fondamentale è l’eliminazione di ogni forma di sussidio pubblico all’energia fossile e climalternante, con il parallelo aumento di investimenti nell’eolico offshore e soprattutto nel fotovoltaico, con priorità in aree industriali e commerciali, artificializzate, dismesse o abbandonate, sulle coperture degli edifici, evitando ulteriore consumo di suolo agricolo, ed escludendo le zone protette, naturali e boschive, soprattutto al Sud. Gli investimenti verso l’eolico offshore devono escludere aree marine dedicate alla conservazione della biodiversità. É inoltre necessaria la riduzione della mobilità privata a favore di quella pubblica elettrica. Bisogna interrompere le estrazioni petrolifere in Adriatico, in Sicilia e Val d’Agri.

Oltre al potenziamento delle fonti di energia rinnovabile, UNIONE POPOLARE ritiene fondamentale istituire meccanismi di partecipazione popolare alle decisioni politiche sulle scelte energetiche. Crediamo che le decisioni vadano prese a livello il più possibile locale, nel rispetto delle caratteristiche e della volontà delle comunità, che secondo noi dovrebbero essere le vere protagoniste di una profonda riconversione sociale ed ecologica.

Siamo in prima linea nel promuovere la conservazione e il ripristino degli ambienti naturali e seminaturali agricoli, degli ecosistemi forestali, acquatici, di montagna e marini, che vanno protetti, ripristinati e gestiti secondo modelli rispettosi e non intensivi. Per garantire un buono stato dell’acqua, del suolo e della biodiversità, nonché la produzione di cibo sano e l’assorbimento di C02, diventano prioritari la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) in senso agroecologico e la corretta gestione del patrimonio forestale con la revisione del TUFF (Testo unico in materia di foreste e filiere forestali). Una simile impostazione é in grado di offrire ampie possibilità di lavoro, nella gestione e manutenzione degli impianti, nel monitoraggio degli stessi, nelle forme di turismo lento e sostenibile e anche nella ricerca scientifica per il potenziamento delle prestazioni tecnologiche.

Una cospicua fonte di finanziamento per tali progettualità andrebbe reperita, oltre al taglio dei sussidi fossili, con una forte riduzione delle spese militari e con la tassazione drastica delle aziende che hanno ottenuto extraprofitti dal rincaro del metano. Rifiutiamo il nucleare come fonte di energia. Anche i progetti di mini-nucleare non ci convincono poiché mantengono tutte le criticità e i costi della produzione nucleare attuale, a partire dal problema del reperimento della materia fissile, fino a quello delle scorie e dell’uso militare di plutonio e uranio impoverito, con il risultato di una proliferazione nucleare difficilmente controllabile, quindi per noi inaccettabile.

Il modello a cui pensiamo è un modello che si basa su una drastica riduzione dei consumi superflui e dannosi, come tutta la plastica monouso, con conseguente riduzione dei rifiuti, un modello che prevede il riuso e l’economia circolare. Il modello attuale estrattivista, produttivista e consumista è insostenibile per l’ambiente e per l’umanità.

Non basta pensare a una transizione energetica, ma occorre una trasformazione radicale del modo di produrre e consumare energia, materie prime e merci. Per questo progetto l’apporto dei giovani è essenziale, perché prevede la trasformazione e il cambiamento dei modelli di vita attuali. Le prospettive femminista e animalista, tra le altre, possono offrire in questo senso idee preziose. Un elemento di particolare interesse nella prospettiva femminista, per esempio, sta nella proposta di un modello sociale piú orizzontale, meno gerarchizzato, e nell’approccio collaborativo nell’organizzazione del lavoro.

L’ecologismo di cui ci facciamo portatori, nel cui seno nascono l’animalismo e l’antispecismo, ripudia una concezione di dominio e sopraffazione nei confronti degli altri esseri viventi e sostiene con forza un’etica comprensiva che allarghi i confini dell’etica umana, abbracciando il mondo animale e vegetale e in senso più ampio la “natura”.

Pensiamo che l’abbandono degli allevamenti intensivi (responsabili di enormi quantità di emissioni di gas serra, consumo di foreste e di acqua e di grande sofferenza per gli animali) si debba affiancare all’impegno di combattere le zoomafie e i wet market responsabili, insieme alla deforestazione, delle sempre più frequenti trasmissioni di patologie zoonotiche e conseguenti epidemie e pandemie.

Potere al Popolo, Dema, Rifondazione Comunista insieme a Manifesta desiderano coinvolere i movimenti ambientalisti nell’elaborazione di un modello economico e sociale che sia ecologico e coerente con l’impegno ambientalista, convinti che questo si possa realizzare attraverso il confronto e il dialogo anche con il mondo scientifico e della cultura umanistica.

Rinnoviamo la nostra stima a chi si impegna, lavora e lotta per ciò in cui crede, e rinnoviamo la nostra disponibilità per un confronto sull’ampio spettro di questioni di cui abbiamo brevemente accennato.

Alcune ed alcuni dei candidati ambientalisti dell’Unione Popolare

Pinuccia Montanari
Domenico Finiguerra
Elena Mazzoni
Angelo Baracca
Massimo Prudente
Samuela Marconcini
Alessandro Bernardi
Arianna Organo
Roberto Balatri
Loretta Valenti
Rossano Pazzagli
Francesca Trasatti
Paolo Berdini
Francesca Perri
Antonella Marras
Giovanna Giacopini
Ilaria Boniburini
Laura Marchetti
Maurizio Bresciani
Mario Folli
Giuseppe (Beppe) Dughi
Maria Vittoria Molinari
Eleonora Forenza
Angelina Antonietta Martino
Antonio Guerrieri
Maria Angelica Stamato
Ines Caliò
Pietro detto Piero Bevilacqua
Michele Conia
Luisa Giglio
Sabrina Gatto
Anna Teresa Gagliardi

Claudia Roselli
Raffaele D’Agata
Franco Maggi
Massimo Lombardi

Laura Tonelli

Rosaria Galiero

Giovanni Pagano

Luigi de Magistris


Le attiviste e gli attivisti del Tavolo Ambiente di Unione Popolare

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