Un nuovo 25 aprile di Liberazione
Come tradizione, anche il 25 aprile 2021 è stato ricordato nel nostro Municipio con l’apposizione delle corone di alloro alle lapidi dei caduti della Resistenza: Quadraro, Marranella, Certosa, Gordiani, Centocelle.
Caduti e cadute della Resistenza. Nostri concittadini, eroi involontari, portati a spendere la propria esistenza per il desiderio di vivere in un mondo migliore, anzitutto per loro stessi, ma anche per le future generazioni, quindi anche per noi.
Per questo il 25 aprile non può rappresentare la celebrazione di una generica libertà, ma deve marcare il ricordo di chi ha combattuto per la liberazione del paese dall’occupazione nazista e dalla
dittatura fascista.
Come ricordava il delegato alla memoria storica del Municipio, prof. Francesco Sirleto presente alle cerimonie, il 25 aprile prepara il 2 giugno. Lotta di Liberazione, Repubblica, Costituzione, sono elementi tra loro inscindibili.

Quest’anno un ricordo particolare è andato al compagno partigiano Clemente Scifoni, ultimo eroe dei GAP di Tor Pignattara e uno degli ultimi della Resistenza romana, andatosene all’inizio di questo nuovo anno. Una parola è stata spesa anche in ricordo della cantante Milva, grande artista popolare e interprete delle lotte del movimento operaio e, in particolare, delle lavoratrici, scomparsa il giorno prima.
Nei diversi appuntamenti si sono ritrovate alcune centinaia di cittadini. Unica nota stonata, l’assenza della gran parte delle forze politiche. Presenti solo Rifondazione Comunista e i PD.
Solo una visione distorta della lotta di Liberazione e allusivamente nostalgica del ventennio fascista può far ritenere che la Resistenza fosse stata una cosa che riguardasse i soli comunisti e socialisti. Al contrario, fu una lotta di popolo, dove tutte le forze democratiche organizzate trovarono convergenza politica e militare nel Comitato di Liberazione Nazionale. Se da una parte non va sottaciuto il peso ideale e militare che fu diverso tra le varie organizzazioni antifasciste, va comunque riconosciuto che senza l’apporto di tutti i partiti e, soprattutto, senza la partecipazione generosa e spontanea di milioni di uomini e di donne, questo secondo rinascimento italiano non sarebbe stato possibile.
Ma la libertà non è mai conquistata per sempre e la libertà senza giustizia sociale è poca cosa. I partigiani e le partigiane combatterono per l’uguaglianza dei diritti e per la crescita materiale e intellettuale di un intero popolo. La Costituzione fu il punto d’approdo ineguagliabile del loro programma politico.
Il ricordo dell’azione dei nostri padri e delle nostre madri che fecero l’Italia repubblicana è doveroso, ma non è sufficiente. Il ricordo va coniugato con la lotta per le nuove libertà, soprattutto in questo periodo che stiamo vivendo che, in qualche caso, allude alla guerra e alle privazioni di libertà. Il virus da debellare, il distanziamento sociale, il coprifuoco, la chiusura delle scuole, la disperazione di vasti strati sociali, l’arricchimento di vecchi e nuovi profittatori e, per ora, fermiamoci qui.
La nuova guerra di resistenza si chiama campagna di vaccinazione, da fare con il potenziamento della sanità pubblica, mediante i presidi sanitari del territorio, e la partecipazione attiva dell’intera società civile.
E’ anche questa una guerra mondiale che si vince se ogni paese riuscirà a debellare il virus. Ma le guerre si vincono con le armi e la principale arma contro il virus è il vaccino.
E allora la parola d’ordine dev’essere SOSPENSIONE DEI BREVETTI SUI VACCINI. E’ inconcepibile che un governo e, persino, l’insieme dei governi mondiali, possa ordinare il coprifuoco e la restrizione delle più elementari libertà democratiche, ma non possa sospendere, anche solo temporaneamente, i diritti d’autore sui vaccini, frutto per lo più di studi finanziati con risorse pubbliche. Con il risultato di far lievitare i costi delle campagne di vaccinazione, arricchendo a dismisura poche multinazionali del farmaco a detrimento di moltitudini sterminate, uccise o piegate dal virus.
Rifondazione Comunista, come tutti i 25 aprile, era lì, presente, a ricordare i partigiani e a farsi carico delle nuove battaglie di libertà, con i suoi militanti e simpatizzanti, le sue bandiere e le attuali
parole d’ordine: sanità pubblica, lotta alle diseguaglianze sociali, libertà dai brevetti sui vaccini, internazionalismo sanitario, come ce lo hanno insegnato i medici cubani.
E’ un fatto, come ci ricordava il il compagno avvocato Domenico Artusa, segretario del Circolo di Torpignattara del PRC, intervenuto all’iniziativa della Marranella, che se appare ormai pacifico ai più che i partigiani non fossero stati tutti comunisti, è allo stesso modo vero che tutti i comunisti furono allora partigiani.

Oggi come allora Resistenza! Viva il 25 aprile, viva le partigiane e i partigiani.

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