Al 9 Gennaio Syriza si conferma al primo posto nelle preferenze di voto dei greci incrementando lievemente il suo vantaggio (3,2%) su Nea Dimokratia (ND), il partito di centro-destra al governo guidato dal premier Antonis Samaras.
E’ quanto emerge da un sondaggio condotto per conto della stazione televisiva privata Mega, in base al quale è salita ancora dal 74% fino al 75,7 la percentuale dei greci che vogliono la permanenza della Grecia nella zona dell’euro ad ogni costo e nell’Unione europea. Solo il 22,3% ha risposto che sarebbe meglio se la Grecia uscisse dall’Eurozona. Syriza ottiene il 28,5% contro il 25,3 di Nea Dimokratia. Seguono To Potami (Il Fiume) con il 5,8%, il Partito Comunista di Grecia con il 5,7%, il partito filo-nazista Chrysi Avgi (Alba Dorata) con il 5,4% e il Pasok (socialista) – che insieme a Nea Dimokratia, sostengono il governo di coalizione – con il 5,0%. Il nuovo partito, Movimento dei Socialisti Democratici, formato pochi giorni fa dall’ex premier Giorgos Papandreou, rimarrebbe fuori dal Parlamento con il 2,6% delle preferenze. Questo ultimo dato stride con altri sondaggi che danno la nuova formazione di Papandreou al 6,1%, ponendola come ago della bilancia nel futuro governo dopo il 25 gennaio.
Alla domanda su chi sarebbe il miglior primo ministro al momento per la Grecia, il 40,3% ha indicato l’attuale capo del governo Antonis Samaras, contro il 34,9% che ha espresso una preferenza per il leader di Syriza. Il 59,2 % dei greci crede che il rischio dell’uscita del loro paese dall’euro sia reale contro il 35,4% che risponde che non c’e’ nessun rischio.
Syriza ha attraverso le parola di Giorgios Stathakis, il ministro ombra di Syriza insieme a Yannis Millios, dichiarato guerra agli oligarchi greci. Stathakis vorrebbe tra l’altro chiedere il pagamento annuale con asta competitiva di un canone per l’uso dell’etere ai proprietari di tv commerciali che oggi non pagano nulla allo stato, la revisione di alcuni contratti autostradali che come quello della ricca tratta che congiunge l’aeroporto con Atene. Syriza vorrebbe avere più competizione in generale nel mercato interno con l’apertura a gruppi internazionali rispetto a gruppi di potere interni legati con la politica domestica.
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