scuola10102014

1) Renzi promette 150.000 assunzioni, come ‘generosa concessione’. In realtà, il Governo è obbligato ad assumere i precari da una sentenza della Corte di Giustizia Europea, che minaccia per l’Italia 4 miliardi di multa. Gli unici ‘beneficiari’ sono i precari delle GAE – Graduatorie Ad Esaurimento (anche quelli che rifiutano incarichi da anni), mentre tutti gli altri (anche quelli con più anni di servizio), dovranno cambiare lavoro. In realtà per tale operazione non ci sono stanziamenti: le assunzioni promesse dovrebbero concretizzarsi solo tra un anno, dopo il concorso, anche se già si potrebbero regolarizzare i precari storici che tanti concorsi hanno superato.

2) I precari assunti verranno ‘regolarizzati’ solo con contratto ‘a tutele crescenti’ (come previsto dal Job Act), sempre licenziabili e senza la tutela dell’articolo 18. Il Governo decide di far “sparire” i posti vacanti nella scuola, assumendo solo sul turnover dei pensionati, ma obbligando il personale di ruolo a sostituire gratis gli assenti (calcolo a debito dei giorni di chiusura delle scuole e ‘banca delle ore’).

3) I giorni di chiusura delle scuole e di sospensione didattica entreranno nelle “banche ore”: cioè ogni docente dovrà restituirli integralmente lavorando in più (prevalentemente supplenze gratuite) in periodi decisi dal Dirigente o, se serve, anche durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive, con mansioni diverse da quelle didattiche (La buona scuola, pp. 51 ss.).

4) Tutti i docenti perderanno la titolarità sulla propria scuola: con l’ ‘organico funzionale’ si verrà assegnati ad “una rete di scuole”, e uno dei Dirigenti di questi istituti deciderà in quale si lavorerà e con che mansioni. Se necessario, il dirigente potrà obbligare il docente a sostituire gli assenti, anche in scuole diverse (La buona scuola, pp. 14 ss.).

5) Si potrà essere spostati in province diverse, oppure su materie diverse (purché “affini”!) (La buona scuola, pp. 27 ss.).

6) Un gruppo di “esperti” del Governo definirà (in tre mesi – sic!) le “competenze dei docenti” (La buona scuola, pp. 45 ss.).

7) Passeremo la vita a raccogliere ‘crediti.’ Ci saranno ‘CREDITI DIDATTICI, FORMATIVI E PROFESSIONALI’, raccolti nel PORTFOLIO del docente, “vagliato” discrezionalmente dal ‘Nucleo di Valutazione’ di ogni scuola, che potrà operare in modo diverso dai ‘nuclei’ delle altre (La buona scuola, pp. 51 ss.).

8) Aboliti tutti gli scatti di anzianità, rimarrà solo lo stipendio-base. Ogni 3 anni, se ‘graditi’ ai superiori, avremmo (ammesso che ci siano i fondi) una mancia di €. 60 (meno per Medie e Primaria). Altrimenti, nemmeno quella. Infatti, solo 2 Docenti su 3 ne avrebbero diritto. Verrebbe stilata una classifica pubblicata on-line. Solo i primi due terzi della classifica avrebbero quella mancia (La buona scuola, pp. 51 ss.).

9) Per premiare i “meritevoli” non viene stanziato un euro, nonostante lo scippo degli scatti automatici. Infatti, il primo scatto di ‘merito’ ci sarebbe solo nel 2018 (La buona scuola, pp. 55 ss.).

10) Il Dirigente avrebbe fidati esecutori e controllori, chiamati mentor, scelti solo fra chi risultasse ‘meritevole’ per 3 ‘volte’ consecutive (ottenendo la ‘elargizione’ dei 60 € . per 9 anni). I ‘mentor’ sarebbero al massimo il 10% della categoria, e guadagnerebbero una “indennità di posizione” oltre agli scatti di merito (La buona scuola, pp. 57 ss.).

11) Il dirigente avrà mano totalmente libera nello scegliere, fra docenti ed ata, le persone di sua fiducia, premiandole o penalizzandole come meglio crede.

12) Le scuole private dovranno avere più soldi e con più facilità.

13) Le Scuole Statali riceverebbero soldi da “Enti Locali, famiglie e privati”, che ne determinerebbero la linea educativa.

14) Ogni insegnante sarebbe schedato nel “Registro Nazionale dei docenti della scuola”, con le informazioni del fascicolo personale accessibili a tutti, perché visibili online.

15) Il dirigente chiamerebbe nella propria scuola i docenti che vuole, scegliendoli dal Registro senza vincolo di graduatoria o di diritti acquisiti (CHIAMATA DIRETTA).

16) Il direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA, ex Segretario) sarà, per docenti ed ata, “braccio esecutivo” e “sentinella” del dirigente (La buona scuola, p. 69).

17) I Decreti Delegati verrebbero aboliti. Il Collegio dei Docenti diverrebbe Consiglio, organo puramente consultivo, adibito solo alla programmazione didattica. Tutto il potere andrà al Dirigente e al “Consiglio dell’Istituzione scolastica”, al quale parteciperanno con diritto di voto iprivati finanziatori. Determinante, per tenere sotto scacco i docenti, sarà il “Nucleo di Valutazione”. Insomma, tutto quanto era già previsto dal disegno di legge Aprea-Ghizzoni. (La buona scuola, p. 71).

Nella scuola, l’eliminazione dell’art. 18 s’incastra perfettamente con il piano di gestione privatistica che Renzi vuole tutto incentrato sullo strapotere dei dirigenti, eliminando di fatto libertà d’insegnamento e d’apprendimento.

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