DEGRADO ED INSICUREZZA SOCIALE: FRUTTI AVVELENATI DELLA CRISI DEL NEOLIBERISMO IN ITALIA
PRIMA SOSTA NEL VIAGGIO DELLA DISPERAZIONE
I nostri quartieri – Pigneto, Torpignattara e Quadraro – dal dopoguerra ad oggi sono sempre stati meta di migranti. Prima le donne e gli uomini del Mezzogiorno d’Italia a cercare fortuna a Roma: pugliesi, calabresi, molisani e siciliani, tra gli artefici dei primi grandi insediamenti abitati da emigrati.
Sotto archi, portici, acquedotti spuntavano borghetti, baracche e costruzioni abusive di ogni tipo. Più tardi i meridionali sono stati raggiunti dalle donne e dagli uomini dell’America Latina e dell’Africa Centrale in fuga da dittature e guerre. Infine, negli ultimi vent’anni, sono giunti fin qui da tutta l’Africa, dall’Asia e dall’Europa Orientale. Ad ogni buon conto si fugge sempre per gli stessi motivi – miseria, distruzione, morte – e si trova riparo laddove è più conveniente stare, logisticamente ed economicamente.
Proprio per questo la nostra zona è stata fin da subito meta privilegiata per le enormi masse di migranti provenienti da ogni parte del mondo: ancora negli anni ’80 qui c’erano molte delle case più a buon mercato di tutta Roma (senza contare che ci troviamo a pochi minuti dal centro storico della città, meta di affari e lavoro!). Nel nostro territorio oggi si contano oltre 50 etnie, nazionalità e/o comunità, e la loro presenza ne ha radicalmente mutato tessuto sociale e colpo d’occhio. Un esodo complessivamente impressionante, che non poteva essere evitato in alcun modo, e che nella stragrande maggioranza dei casi è da addebitare alle politiche imperialistiche, alle ingerenze ed alle guerre degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali, tra cui l’Italia, per mezzo delle quali si è affermato globalmente il potere ed il dominio neoliberista (facilitato nel compito dalla caduta dell’URSS e dei Paesi del cosiddetto socialismo reale). Guerre di dominio, invasioni e colonizzazioni che hanno portato ad una distribuzione sociale ingiusta delle risorse – con l’1% della popolazione che oggi detiene oltre il 60% della ricchezza del pianeta mentre il 99% deve accontentarsi del resto – ed ai più massicci fenomeni migratori che la storia contemporanea ricordi. Solo dopo il 2000 quei Paesi latinoamericani avviati al processo della trasformazione rivoluzionaria hanno messo un freno allo sfruttamento delle proprie cittadine e dei propri cittadini migranti: le garanzie date dai Piani di rientro dei Governi di Bolivia ed Ecuador sono riusciti in parte a coprire le spalle dei migranti, che in quel modo possono rivendicare più diritti senza soffrire i ricatti degli sfruttatori di turno.
SPECULAZIONE IMMOBILIARE ED ECONOMIA MALATA
Con l’ondata migratoria la speculazione immobiliare, piombata nel frattempo pure sul nostro territorio, non si è fatta scrupolo nemmeno di questa povera gente, che a sua volta ha reagito infittendo maggiormente gli spazi abitativi, spesso fatiscenti. Il risultato è stato che dove prima stavano a malapena in due, ora stanno in quattro oppure in otto. La densità abitativadel territorio si è incrementata ma non i servizi, indistintamente tagliati dalle politiche restrittive di centrosinistra e centrodestra. L’economia sommersa e criminale italiana, assistita da una legislazione di favore, ha fatto il resto, giocando un ruolo di primo piano nell’emarginazione sociale delle nuove comunità di migranti: lavoro nero, lavoro precario, lavoro insicuro, lavoro duro ed umile, dove il migrante prende comunque meno del lavoratore autoctono, e dove la donna migrante prende meno della donna italiana, già penalizzata di suo, in salario, diritti e rispetto. Tutta la legislazione riguardante l’immigrazione partorita negli ultimi trent’anni è stata al servizio dei poteri che dominano nell’ombra la nostra economia.
L’abbattimento dei Diritti sociali per gli stranieri ha colpito anche le lavoratrici ed i lavoratori nativi, che a loro volta si sono visti erodere diritti, salari e pensioni, oltre ad avere negato l’accesso alla casa. Le classi popolari scivolano, migranti ed autoctone, scivolano così verso il basso.
DEGRADO E SPACCIO SI COMBATTONO MOBILITANDO LA CITTADINANZA
Lo scivolamento verso il basso delle classi popolari producono insicurezza sociale e degrado. Nel nostro quartiere le due componenti sono un puzzle formato da tanti tasselli:
1- la componente criminale impunita e dedita allo spaccio di droghe, dal quale derivano episodi di sopraffazione, rapine, bullismo, il contendersi la “piazza” a suon di pugnalate;
2- lo stato di perenne infelicità che travolge giovani e meno giovani, che vivono con l’angoscia dell’incertezza del futuro. Precarietà, disoccupazione, magrissimi compensi provocano ogni forma di disperazione sociale, dal suicidio al consumo generalizzato di ansiolitici e droghe, accrescendo la platea dei consumatori di stupefacenti;
3- l’incuria delle Istituzioni che genera incuria o trascuratezza da parte della Cittadinanza: il caso dell’Ama e l’immondizia è emblematico. L’incapacità dell’azienda municipalizzata nel compimento delle proprie mansioni certamente non invoglia la popolazione ad assumere un comportamento più responsabile nella gestione dei propri scarti e residui.
La soluzione al dramma del degrado sociale ed ambientale non può che essere la trasformazione rivoluzionaria della società. E’ certamente doveroso applicare misure amministrative e correttive ovunque sia possibile, ma esse, per non restare inefficaci, debbono comunque essere concepite ed attuate nel solco di un traguardo più alto, per raggiungere il quale è indispensabile dotarsi di una nuova maturità sociale, traducibile in:
1 – maggiore partecipazione popolare e democratica nell’analisi delle proposte da rendere legge;
2 – maggiore controllo delle cittadine e dei cittadini nell’attuazione delle leggi;
3 – crescita della convivenza solidale e dell’impegno comune per le battaglie sociali più impegnative finalizzate alla trasformazione sociale.
APRIAMO UN PERCORSO DI SICUREZZASOCIALE NEI NOSTRI QUARTIERI
Nei nostri quartieri sono in aumento i gruppi criminali organizzati dediti ad attività di spaccio, usura, rapina, prostituzione. Questa condizione, per le cittadine ed i cittadini, non è più sostenibile. Ci permettiamo perciò di avanzare alcune proposte che coinvolgano l’intera cittadinanza ed impegnino le Istituzioni, a partire da un auspicabile dibattito pubblico:
1 – istituzione di una Consulta Municipale per il controllo del territorio e per la sicurezza sociale, costituita dalla Giunta, dalle Associazioni sociali e politiche, dai Comitati, e dalle semplici cittadine-i, che mappi il territorio, indichi e curi con attenzione le zone a rischio, scambi informazioni utili ad intraprendere percorsi per il risanamento sociale e culturale;
2 – chiusura delle bische clandestine e battaglia politica e culturale contro le slot machine;
3 – particolare attenzione per lo spaccio delle droghe pesanti, in modo di colpire il traffico a monte della distribuzione al dettaglio;
4 – legalizzazione della produzione, della distribuzione e del consumo della Cannabis, con controllo pubblico e dei consumatori;
5 – contrasto immediato del “bangla tour”, aberrante pratica di caccia allo straniero, e la violenza sulle donne;
6 – illuminazione più efficace delle nostre strade in modo di renderle più accoglienti e sicure per chi le percorre;
7 – creare nuove piazze sul nostro territorio, attrezzate di panchine e di tutto quanto occorra per supportare iniziative culturali e artistiche, sportive, ludiche e di semplice socializzazione, con giochi per i più piccoli;
8 – immediata applicazione, da parte dell’AMA, della raccolta differenziata;
9 – istituzione degli educatori di strada, che sappiano aprire un confronto e realizzare dei progetti sociali, in particolare coi nostri giovani, abbandonati e soli davanti al proprio futuro;
10 – realizzazione di progetti di alfabetizzazione per stranieri e per gli italiani che non hanno completato la scuola dell’obbligo;
11– predisporre progetti di inserimento sociale, per lavoro ai disoccupati;
12 – creare cooperative sociali, perchè solo il lavoro dignitoso combatte la microcriminalità;
13 – incontri culturali nelle scuole, aperti alla partecipazione delle cittadine e dei cittadini, che mettono in guardia sulle conseguenze dell’uso di droghe e provano a contrastare il bullismo verso i più deboli, i diversi e le donne;
14 – cittadinanza italiana alle figlie ed ai figli di stranieri nati in Italia ed alle donne e gli uomini migranti che hanno accumulato cinque anni di permanenza nel nostro Paese.
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