LA VITA DI TUTTE-I E L’INPS: MANGIANO SOLO BANCHIERI E MASTRAPASQUA?
Siamo reduci da un’esperienza-esperimento ad INPS: appostati per circa tre ore, dalle 9 a 12, abbiamo cercato di scrutare i volti della gente in fila allo sportello, ascoltarne le critiche, percepirne i malumori. Il risultato è che la gente è a pezzi, legittimamente esasperata tra ritardi biblici nei pagamenti, domande inevase, sportelli chiusi ed un generale mal di pancia per le innumerevoli cariche del Presidente dell’Istituto, Mastrapasqua: chi dice dieci, forse quindici, chissà.
Episodi di vita vera quelli che abbiamo incrociato, non di quella patinata di Parlamentari, rettori, tecnici e commissari delle Banche, che non sanno cosa significhi “non avere i soldi per comprare il latte al mio bambino” o “non poter comprare la carne a mia figlia quando me la chiede ed io mi vergogno”. Di fronte ai nostri occhi pure un ammalato di tumore al fegato, che voleva “spaccare l’INPS”: gli è stata riconfermata l’invalidità al 100% a Gennaio, ma di soldi nemmeno l’ombra, forse ad Agosto. “Ed ora che cosa do da mangiare ai miei figli? Ho fatto debiti con tutti, dal fruttarolo al macellaro, ho chiesto soldi a mio cugino, e quindi? Vengo a mangiare a casa loro? Se mi fanno venire con i miei figli li lascio stare, altrimenti spacco tutto”. E poi il “miracolato”: due emboli al polmone in meno di 24 ore, tirato da questa parte per i capelli ma invalido semplicemente al 67%. Farà ricorso e si chiede: “ma costerà? E quanto?”. Un altro si avvicina a noi e ci chiede: “mi hanno appena dato la 104. Che cos’è? Mi spettano dei soldi?. E poi ancora il disoccupato che non vede un euro da quattro mesi benché la sua domanda sia stata accolta da un pezzo; quell’altro che avrebbe appena visto, lui, abituè di INPS, la dipendente timbrare il cartellino di ingresso ed andare via, per l’ennesima volta, dal posto di lavoro: “E’ lei, è lei…Io vengo spesso qui perchè sono mesi che non pagano. Puntualmente timbra e se ne va. Uno schifo”. Poi c’è la signora, l’impressione è che abbia poco meno di cinquantanni portati male, che si sfoga: “è morto mio marito. Ha versato 18 anni di contributi. Dicono che a me la reversibilità non spetti perchè lui non era in pensione. Grazie, è morto! Ora io come campo secondo loro?”. C’è chi da la colpa agli extracomunitari, “che prendono casa, lavoro, indennizzo”, ma anche chi non la pensa allo stesso modo: “loro non c’entrano: se fanno certi lavori e perchè noi italiani non li vogliamo più fare. Piuttosto è colpa delle Banche e del Governo”. In ogni caso c’è molta solidarietà tra la gente, che percepisce di essere ormai tutta sulla stessa barca. Tutte e tutti convinti, purtroppo, che quella stessa barca stia letteralmente affondando.
Francesco Fumarola